La mostra che si tiene nel Chiostro di San Domenico a Lamezia Terme fa parte delle attività culturali svolte nel caffè letterario ed è patrocinata dal Sistema Bibliotecario Lametino.
Ombre di luce: leggo sul suo sito come lei riesca ad ottenere quei dettagli, quelle sfumature, quel colore non colore, quell’ombra nella luce. “La sua tecnica originale ottenuta con impasti particolari conduce a un bianco e nero e a un ruvido screpolato che esaltano l’essenza dell’istante che vuol far vivere, producendo un raro effetto emozionale.”
Sono impaziente di incontrare le donne, di salire per quelle scale, di aprire quelle porte che Grazia Savelli dipinge come appartenenti ad un suo mondo onirico che noi percepiamo come nostro.
Spesso sogniamo e non ricordiamo, altre volte, come nella novella di Pirandello “Tu ridi” il protagonista ricorda il sogno e ci resta male, qui invece noi sentiamo e vediamo i nostri sogni trascolorare in azzurri che conosciamo. L’azzurro del sogno che rimane bianco o nero, ombre di luce.
Dopo i luoghi non luoghi di “Ombre di luce”, i non luoghi di cui parla Marc Augé, con “Il linguaggio delle gambe” proviamo a percorrere luoghi sconosciuti, con una borsetta in mano. Laborit nel suo”Elogio della fuga” ci invita a vedere lidi sconosciuti dove poter approdare quando la tempesta ci impone una fuga, e Grazia Savelli ci offre con la potenza immaginifica della sua arte quei lidi dove approdare con la curiosità forte di scoprire il dove e il come e il quando noi ci sveglieremo.
Nella Luce e nell’ombra, più luce che ombra, siamo con Grazia, nel mare, nelle scale e nel viaggio della fantasia
Ippolita Luzzo