La corporeità è una costante nella scultura di Grazia Savelli:
corpi emergenti, seminascosti, contemplativi, vaganti e, a volte, ingombranti nascono dalle sue mani come espressione di futuri accomodamenti: la creta esprime la volontà di costruire non di distruggere.
E questi corpi aspirano ad una propria salvezza: è una prospettiva romantica, che sorge dai segni che la vita ha lasciato in loro.
Nella sua pittura, invece, la corporeità si può solo immaginare (ombre e profili), mentre la natura e gli spazi sono i veri protagonisti. Certamente il contrasto dei suoi soggetti (paesaggi definiti e paesaggi astratti) ci restituiscono ancora un linguaggio romantico, in cui nascono spazi irreali e intimi e in cui Grazia vuole che noi ci immergiamo