ANGELO SILVESTRI

Nata a Pizzo, si trasferisce giovanissima a Genova. Qui opera per diversi anni nel sociale, in supporto alle donne in situazioni difficili e disagiate. Nell’età della maturità, dopo aver cresciuto i suoi tre figli, riesce a ritagliarsi uno spazio per sé e si dedica ad una sua passione, la pittura. Realizza opere che porta in mostra in Italia e all’estero, ricevendo lusinghieri consensi e riconoscimenti.

Dedicare il proprio tempo a favore di chi è debole, si percepisce una realtà unilaterale e per nulla dolce. Ci si rende conto delle durezze, dei patimenti, delle incomprensioni che si vivono realmente e che Savelli raffigura sulla tela, come risultato delle sue esperiente dirette.

Tale tema sembra essere privilegiato nei lavori di pittura e scultura della Nostra. Le sue raffigurazioni sono tracciate con una grafica distratta, disadorna e con una percezione intima, quasi astratta, dello scorrere del tempo, come se il tempo stesso si fosse fermato. Lo scopo dell’autrice sembra essere un allarme al grido: Aiuto! E coerentemente presenta le sue opere in B/N.

Savelli, nei suoi lavori, riporta una stratificazione di simboli riconosciuta dalla psicologia dell’arte: sull’argomento è esauriente Ernst Gombrich quando cita Alfred Ernst Jones. Si può dire che l’Espressionismo di Savelli si concilia con quello del tedesco di Grosz del nostro corregionale Andrea Cefaly junior e, in quanto a durezza, con quello del norvegese Munch.

GRAZIA SAVELLI si distingue nell’espressività del bianco (vincitore) che aggredisce il nero dell’ombra (perdente), ma anche nel materico dove ella testimonia una forza di comunicazione che coniuga la finzione pittorica alla realtà.

Se le immagini dell’autrice fanno rivivere ricordi, suscitano sensazioni, coinvolgono in un viaggio interiore, l’uso della tecnica mista ne esalta il messaggio.

Le ombre e le luci della vita si inseguono, legate al caso e nella rappresentazione è l’artista che sapientemente le governa, nella speranza di trionfo in un tripudio di luci.

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